ENDOMETRIOSI: LA MIA STORIA
ENDOMETRIOSI:
La mia storia
Questo articolo è rivolto a tutte le donne che soffrono di questa malattia. Non troverete suggerimenti o soluzioni, perchè non sono un medico ed ogni situazione è a sè.
Quella che leggerete è la mia storia, a lieto fine, che condivido con voi in quanto durante la malattia non facevo altro che leggere articoli disperati, scoraggianti. Voglio solo aumentare il numero di articoli e storie vere che possono donare speranza e comprensione empatica a chi come me sta vivendo questa malattia.
Sin dall'adolescenza ho sofferto di dolori molto forti durante il ciclo mestruale. Erano gli anni '90, la fine. Di endometriosi non ne avevo mai sentito parlare, e i medici non facevano rientrare questa malattia tra le ipotesi diagnostiche. Mi diedero degli antidolorifici per evitare di passare ogni mese tre giorni a letto piegata in due dai dolori.
Solo nel 2013, un giorno, caddi a terra. Il dolore a malapena mi permise di raggiungere il telefono per chiamare qualcuno. Vivevo sola. Fino ad allora ero andata avanti ad antidolorifici ed anticoncezionali che secondo le indicazioni mediche avrebbero alleggerito i dolori. Ma in quell'occasione fu troppo.
Con l'aiuto dei miei genitori andai a fare un'ecografia d'urgenza. Fu in quell'occasione che sentii per la prima volta pronunciare il nome: ENDOMETRIOSI.
Non sapevo cosa fosse, ma presto lo scoprii. E da quel momento iniziai a conoscere ogni sua singola caratteristica. L'Endometriosi è una malattia che vede la presenza di endometrio (mucosa uterina) all'esterno dell'utero. Forma delle cisti che possono interessare anche l'intestino, il retto e le zone circostanti. Tra le problematiche che può portare vi è l'impossibilità di avere figli.
Mi trovarono più cisti, di cui una di 8cm. Entrai in lista per l'operazione di pulizia. Fermo restando che l'Endometriosi, essendo una malattia, non si sarebbe fermata dopo l'operazione.
Mi operarono solo nell'Ottobre del 2014, ero nel reparto specializzato di Endometriosi dell'Ospedale S. Orsola di Bologna. Venni seguita da un'equipe eccezionale, preparati, all'avanguardia. Mi fecero firmare un documento in cui acconsentii a farmi togliere una parte di intestino attaccata da cisti di endometriosi.
Acconsentì anche a filmare la mia operazione per gli specializzandi dell'Università: se in qualche modo il mio caso poteva essere utile all'umanità poteva solo farmi piacere. Mi sentivo utile al mondo.
Venni operata, andò tutto bene. Mi chiesero se in quel momento ero intenzionata ad avere figli. Guardai il mio compagno. No. Non eravamo ancora pronti. Così mi misero in menopausa forzata per ridurre al minimo il rischio di far ripartire la malattia.
Difficile spiegare il mio stato psicologico di quel momento. Mi sentivo "castrata", frustrata. Allo stesso tempo mi sentivo molto più forte della malattia! La ritenevo un nemico piccolo e facile da distruggere. Forse peccavo di presunzione, ma poco mi importava dal momento che erano emozioni tutte interiori a me e che non nuocevano a nessuno se non all'Endometriosi stessa.
Il giorno stesso in cui rientrai dall'ospedale io e il mio compagno decidemmo di convivere. E dopo un anno esatto, dopo sei mesi di tentativi, rimasi incinta (era l'Ottobre del 2015).
I sei mesi di attesa, e di tentativi, furono sempre monitorati dal reparto specialistico dell'Ospedale S. Orsola. L'Endometriosi non mi preoccupava per nulla. Malgrado non rimanessi incinta iniziai a comprare piccole scarpine, piccoli abitini di colore arancio, giallo, bianco, verde. Colori neutri che potevano andare bene sia per maschio che per femmina. Erano fortemente convinta, sin nel profondo che l'Endometriosi non sarebbe stata per nulla un ostacolo. E così fu.
Quando nacque la mia piccolina fu una felicità immensa.
Vista la mia situazione di salute ci venne detto che se avessimo avuto l'intenzione di avere un altro figlio non avrei potuto aspettare tanto. Il rischio sarebbe stato che la malattia si propagasse nuovamente conducendomi ad uno stato di infertilità.
La malattia ripartì! Avevo di nuovo cisti, anche sull'ovaio destro. Ma fu proprio questo ovaio a contribuire nel generare il mio secondo genito. Nacque 20 mesi dopo la prima.
Ricordo ancora la Ginecologa che mi visitò durante la seconda gravidanza: "Signora, lei fa miracoli! L'ovaio che ha prodotto l'embrione è quello intaccato dall'endometriosi!"
Ho semplicemente sorriso. Non ho mai creduto in questo nemico, o meglio, sapevo che era dentro di me, ma non ho mai creduto al suo potere. Meditavo ogni mattino e mi visualizzavo serena con i miei figli tra le braccia e ci credevo con tutto il cuore.
Dopo il secondo genito la malattia alzò bandiera bianca e si ritirò dal campo di battaglia.
Oggi non ho più nessuna ciste. Tutto è sparito senza una seconda operazione.
Che questa storia possa portare speranza alle numerose donne che soffrono di questa malattia.

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